Burnout: patologia silenziosa, combattila con lo sport!

Spesso si tende a pensare se non si manifesta un dolore fisico non viene considerato malessere, e proprio per questo tralasciare ogni giorno ci sono più persone affette gravemente dal Burnout, ovvero, stress dal lavoro.

Secondo una ricerca condotta dall’Health and Safety Executive (HSE), soltanto nel periodo 2016/2017 560.000 persone in Regno Unito hanno sofferto di stress lavoro-correlato, depressione o ansia da lavoro. Il numero è preoccupante, e quello del Regno Unito non è certo un caso isolato. Complici i ritmi di vita sempre più frenetici che si stanno imponendo anche grazie alle tecnologie che hanno velocizzato enormemente tutte le dimensioni della vita quotidiana, dai trasporti alle modalità di lavoro, fino ai modi di relazionarsi con le persone, la società nel suo complesso sta vivendo un periodo di accelerazione che sembra destinato a non esaurirsi a breve termine.

E capita sempre più spesso che le persone percepiscano di non essere più in grado di tenere il passo. Il mondo del lavoro è forse il contesto dove queste reazioni si stanno sviluppando più di frequente, tanto che i casi di burnout sono in costante crescita.


Burnout?

Nella Classificazione ICD (International Classification of Diseases), stilata dall’Organizzazione mondiale della sanità, la sindrome da burnout viene definita: “A state of vital exhaustion”, o uno stato di esaurimento vitale. Questa definizione, indubbiamente molto ampia, potrebbe sembrare non propriamente efficace nell’identificare precisamente il problema. In realtà, è proprio la natura del burnout a obbligare a una definizione di così largo respiro: questa forma cronica di stress da lavoro, infatti, può avere manifestazioni molto diverse.

Alcune persone riportano sintomi fisici, come disturbi del sonno o sintomi simili a quelli dell’influenza, oltre a un generale senso di costante affaticamento. Altre mostrano soltanto sintomi di natura psicologica, che comunque sono sempre presenti, come ansia, turbamenti dell’umore, disinteresse o persino repulsione per le attività quotidiane, difficoltà di concentrazione e difficoltà nelle relazioni interpersonali.

Quando lo sport è la soluzione

Oltre ad avere molto da insegnare, talvolta è lo sport stesso a porsi come forma di prevenzione dal burnout. Se praticare meditazione regolarmente, per almeno dieci minuti ogni giorno, ha un effetto di rilassamento molto positivo e aiuta la focalizzazione, l’esercizio fisico, aumentando la frequenza cardiaca, conduce più velocemente il sangue al cervello e lo libera dalle tossine. Anche un allenamento di 30 minuti quotidiani può dare grandi risultati per il proprio benessere mentale.

Per esplicitare efficacemente il benessere derivato da una piccola sessione di allenamento si può fare un esempio: hai presente il senso di benessere generalizzato che si prova dopo una breve corsa? Beh, potrebbe essere più salutare di quanto penseresti.

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